Fatta terra bruciata dietro di me sono rimasta ad osservare un campo di belle di notte. Il muro dell'incomunicabilità si rompe quando si riesce a perdere la parola. Il flusso di coscienza e di pensieri che percorrono la nostra vita arginano la nostra visione delle cose. Che sia forse abbandonarsi inesorabilmente al susseguirsi degli eventi, l'unico modo per godere del dono della vita e comunicarne la bellezza stessa? Che sia il perpetuo pensare a fungere da argine ai nostri reali sentimenti ed a censurare la nostra nuda anima?