Rivolta delle élite. Il tradimento della democrazia (La)

Riferimento: 9788854515024

Editore: Neri Pozza
Autore: Lasch Christopher
Collana: I colibrì
In commercio dal: 14 Settembre 2017
Pagine: 216 p., Libro in brossura
EAN: 9788854515024
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Descrizione

La rivolta delle élite ha prefigurato la nascita dei populismi odierni, di quella secessio plebis che si comprende appunto soltanto come una naturale conseguenza della rottura del legame sociale operata tempo fa dalle élite. Il libro ritrae per la prima volta, nei suoi tratti essenziali a noi oggi così familiari, quella élite liberale e cosmopolita di tecnocrati, manager e agenti della comunicazione che determinano le sorti delle società contemporanee: uomini che si sentono a casa propria soltanto quando si muovono, quando sono 'en route' verso una conferenza ad alto livello, l'inaugurazione di una nuova attività esclusiva, un festival cinematografico internazionale. Uomini che, in possesso di una visione essenzialmente turistica del mondo, lasciano volentieri l'idea di una residenza stabile a una middle class ritenuta tecnologicamente arretrata, politicamente reazionaria, repressiva nella morale sessuale, retriva nei gusti culturali. Uno smart people che, a Hong Kong come a Bruxelles o a New York, si sente creativo, ma la cui creatività è rivolta soltanto a una serie di attività mentali astratte svolte in un ufficio, preferibilmente con l'aiuto di un computer, e non alla produzione di cibo, case o altri generi di prima necessità. Il solo rapporto che, nel liberalismo moderno, l'élite ha con il lavoro produttivo è, per Christopher Lasch, il consumo. Per il resto essa vive in una iperrealtà, un mondo simulato di modelli computerizzati, dove non ne è più nulla del mondo comune e dove l'ossessione fondamentale è il controllo, la costruzione della realtà (diremmo, con il termine oggi in voga, la governance). Lasch non si sottrae alla questione di cosa opporre alla rottura del legame sociale prodotta dalla rivolta delle élite. Nel sindacalismo agrario e operaio americano dell'ottocento, confluito poi nel People's Party e nel Partito Democratico, vi è, secondo lui, la possibile risposta: l'esperienza di comunità fondate su valori come l'eguaglianza delle opportunità, la competenza, la mutua collaborazione, e per questo capaci di autogoverno.