Intorno al 1854 una virulenta epidemia del baco da seta, nota come "pebrina" e già manifestatasi da qualche anno in Francia con effetti disastrosi, passa le Alpi e comincia a diffondersi in Lombardia e in Piemonte. La sericoltura (l'allevamento del baco e la produzione del filo di seta dai bozzoli) era una delle attività più diffuse nelle campagne del nostro paese. Il suo reddito dava il complemento essenziale alle magre entrate di centinaia di migliaia di famiglie contadine della Val Padana e costituiva uno dei cespiti più importanti per i ceti possidenti dell'Italia settentrionale.