«Quando sarò davanti a Dio gli dirò tutto quello che mi avete fatto». Forse le ultime parole di un bambino siriano di tre anni ferito dai bombardamenti che non si arrende a ciò che è inaccettabile: la guerra. Noi invece agli studenti raccontiamo ancora le fake news dei vincitori, le guerre come fossero la soluzione logica delle cose ed ossequiamo chi fabbrica, vende e distribuisce armi e morte. L'autore di «Che paura fa la felicità» osa criticare certi paradigmi culturali che portano a ritenere normale che la felicità sia per pochi e le briciole che ci spettano siano da conquistare in una disputa fra poveri. Troppi oggi ritengono inevitabile la sofferenza dei migranti che bussano alle porte dell'Europa, dimenticando la realtà di quanto abbiamo fatto e facciamo tutt'ora noi a casa loro. Che paura fa la felicità è un ossimoro inquietante che parte da lontano, attraversa i secoli e rimane tuttora attuale. Sono quattro capitoli incatenati allo stesso masochistico timore che ci oscura la strada per la felicità.