Orvieto etrusca

Riferimento: 9788845703478

Editore: Massari Editore
Autore: Perali Pericle, Massari R. (cur.)
Collana: Tuscia
In commercio dal: 19 Maggio 2022
Pagine: 160 p., Libro in brossura
EAN: 9788845703478
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Descrizione

Pericle Perali (1884-1949) è stato un celebre etruscologo orvietano. Il fatto che fosse nato a Orvieto è molto importante perché egli stranamente libero da campanilismi si oppose alla vulgata con cui tra fine'800 e primi del '900 si cercò di trasferire Velzna, la capitale religiosa e politica degli Etruschi, a Orvieto. Il suo testo principale apparve come articolo nel 1905 e fu poi ripubblicato come libro nel 1928 in un'edizIone da tempo introvabile (anche nelle biblioteche italiane). Un reprint di alcuni anni fa riprodusse l'edizione del 1905 che corrisponde grosso modo a un terzo del contenuto di quella del 1928 (che qui, quindi, viene dato per la prima volta). In tale testo Perali dimostra in termini archeologici (con foto e disegni) non solo che Velzna etrusca era Bolsena, ma che la città di Orvieto era in quanto tale il Fanum di Voltumna, cioè una sorta di Ginevra delle Nazioni unite dell'Etruria, visto che Velzna era la capitale politica e religiosa della Dodecapoli etrusca centroitalica: quindi non che il Fanum stesse a Orvieto (come dicono ormai anche gli archeologi), ma che Orvieto in quanto tale fosse il Fanum. In questo modo si risolve il problema spinoso di quale nome avesse l'Orvieto etrusca. Perali espose per primo questa seconda tesi che si trova sviluppata in forma più ampia, più documentata e aggiornata nel recente libro di R. Massari (Volsinii etrusca nelle fonti greche e latine). La questione di Velzna, del Fanum e di Orvieto etrusca non è d'importanza locale, ma riguarda l'insieme dell'etruscologia e degli studi antiquari. Per tale ragione anche questo secondo libro si può proporre a coloro che s'interessano a tali studi. I testi in appendice tutte autentiche chicche, rare e introvabili anche per gli studiosi in parte difendono una tesi e in parte l'altra. Il libro è destinato a far saltare alcune certezze accademico-baronali. In appendice testi di: Gian Francesco Gamurrini, Ettore Gabrici, Consalvo Dottarelli, Mario Bizzarri, Alessandro Fioravanti, Roberto de Rubertis, Beatrix Klakowicz.